Dove è stato scoperto Ötzi? E come vivevano gli uomini ai suoi tempi? Queste sono le principali domande attorno a cui ruotano le mostre indoor e outdoor dell’archeoParc Val Senales. Come tanti altri musei archeologici all’aperto, anche la nostra struttura non presenta reperti originali, ma utilizza prevalentemente repliche fedeli e ricostruzioni empiriche.


Mostra permanenteMostre temporaneeMostre temporanee in corso –  Modelli di capanne preistoriche Botanica


Le Mostre nel Centro visitatori

I percorsi indoor “La scoperta” e “Ma Ötzi, dove viveva?” rappresentano la seconda generazione di mostre allestite all’archeoParc. Inaugurati nel luglio 2017, illustrano la storia della scoperta di Ötzi e come presumibilmente vivevano le popolazioni di 5.300 anni fa. Si parte dalla sezione “La valle in cui fu trovato Ötzi”, situata nell’area d’ingresso e dedicata alla storia della Val Senales, per concludere con “Il sito di Senales-Giogo di Tisa”, che riproduce la conca rocciosa in cui fu rinvenuta la mummia.

L’allestimento è stato curato da Johanna Niederkofler, direttrice dell’archeoParc, in collaborazione con l’architetta meranese Brigitte Kauntz, il grafico Ganesh Neumair di Lana e altri partner locali e internazionali. I percorsi includono aree interattive (indicate con // nella lista sottostante), dove i visitatori si confrontano con domande forse per sempre irrisolvibili, e stazioni multimediali rivolte a chi desidera approfondire singoli argomenti. L’apparato esplicativo è costituito da testi standard, informazioni brevi per i più frettolosi e un racconto con testi e immagini per i bambini in età scolare elementare.

Visite guidate alle mostre indoor ogni domenica alle ore 11:00, su prenotazione anche in altri giorni e orari.
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Piano terra
La valle in cui fu trovato Ötzi

La Val Senales e il suo sviluppo nel corso del tempo sono illustrati mediante oggetti e testi sulla storia, l’archeologia e la geologia locali. La sezione si articola in cinque nicchie, ciascuna con una gigantografia sullo sfondo che offre suggestive visioni di paesaggi d’altri tempi.

  • Pendolari, turisti, investitori
    // Quanto tempo è passato da …
  • Proprietari terrieri, frati certosini, contadini
  • Pastori, malgari, primi coloni
  • Messaggeri, cacciatori, raccoglitori
  • Una valle creata dal mare e dai ghiacci

 

Piano terra
La scoperta
Fatti e conseguenze del 19 settembre 1991

Un piccolo spazio espositivo raccoglie oggetti e testi legati alla scoperta di Ötzi e al suo significato per la ricerca e la società:

  • Una data fatidica
    La prima parte dell’esposizione racconta le circostanze del ritrovamento di Ötzi da parte dei coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon. Inoltre rivela come mai i celebri alpinisti Reinhold Messner e Hans Kammerlander si trovarono casualmente a visitare il sito prima del recupero della mummia.
  • Un ritrovamento straordinario in un luogo straordinario
    Una serie di condizioni particolari ha consentito la mummificazione naturale di Ötzi, ma anche la quasi completa conservazione del suo equipaggiamento per migliaia di anni.
    //Giogo di Tisa, 5.300 anni fa…
  • Da cadavere senza identità a reperto epocale
    Ötzi suscita tuttora grande interesse tra scienziati e appassionati. Per quali ragioni? E da dove deriva il suo nome popolare?

 

1° e 2° piano
Ma Ötzi, dove viveva?
Gli habitat di 5.300 anni fa, dal fondovalle al limite delle nevi perenni

 Questa parte dell’esposizione raccoglie le repliche di circa 400 reperti di epoca neolitica rinvenuti nella zona di Senales-Giogo di Tisa. Si parla di piante, animali e minerali che fornirono le materie prime per il vestiario e l’equipaggiamento di Ötzi, come pure delle loro modalità di selezione e lavorazione.

  • Fondovalle
    Molti dei materiali legnosi usati per l’equipaggiamento di Ötzi suggeriscono che egli vivesse per lo più nel fondovalle, forse nel tratto inferiore della Val Venosta. Un grande diorama con oggetti di materiale vegetale e repliche di manufatti ricrea ipoteticamente un bosco locale del Neolitico.
  • Casa, campo e animali
    I resti di cereali trovati nello stomaco, come pure le pelli di animali domestici usate per il vestiario fanno presumere che Ötzi appartenesse a una comunità di agricoltori stanziali. Ma dove sorgeva il suo insediamento? E quali piante vi venivano coltivate?
    //L’abbigliamento di Ötzi al tatto …
    //Quanto era grande …
  • Mezza montagna
    Alcune essenze legnose impiegate da Ötzi sono molto resistenti al gelo e crescono fino a quote di mezza montagna. Questa parte dell’esposizione illustra le loro caratteristiche e modalità di impiego, ad esempio spiega come ottenere una pece adesiva dalla corteccia di betulla o a cosa serviva il poliporo di betulla che Ötzi aveva con sé.
  • Alta montagna
    A dimostrare che Ötzi frequentava l’alta montagna non è solo il luogo del suo ritrovamento. Anche i resti di carbone vegetale rinvenuti sul suo corpo appartengono a piante che nella nostra regione crescono al di sopra del limite boschivo. Ma perché Ötzi si era spinto fin lassù? Forse per andare a caccia?
  • Giunto da lontano
    Ötzi aveva con sé un pugnale e punte di freccia in selce, nonché un’ascia in rame. Dove si era procurato queste materie prime? E quale funzione aveva l’ascia: era solo uno strumento utile o anche un simbolo di potere, come lo scettro di un re?
  • Cosa, quando, come
    Ötzi morì a un’età compresa tra i 40 e i 50 anni, soffriva di disturbi digestivi, aveva il corpo tatuato in più punti e possedeva un ricco equipaggiamento oggi per buona parte ricostruito. Per meglio comprendere il suo stile di vita si è fatto ricorso anche a prove di archeologia sperimentale e a confronti etnografici. E voi, come v’immaginate la sua quotidianità?
    //Così viveva Ötzi…
    //Così era Ötzi …
    //Qualcosa in comune tra Ötzi e me …

 

3° piano
Il sito di Senales-Giogo di Tisa

Ötzi fu rinvenuto in una conca rocciosa lungo la cresta alpina centrale, a 3.210 metri s.l.m. Quali difficoltà si dovettero affrontare durante il suo recupero? E perché furono necessarie nuove rilevazioni topografiche per stabilire se il luogo si trovasse in territorio italiano o austriaco? Di tutto ciò parla questa sezione, completata da un plastico in scala 1:3 del sito di ritrovamento della mummia.

 

Piani 0-3
Stazioni multimediali

Lungo l’intero percorso museale si trovano stazioni con interviste audio e video a esperti, i quali presentano i loro progetti di ricerca, offrono dimostrazioni di antiche tecniche artigianali o rispondono a domande poste dai bambini.

  • Stazioni video attuali:
    Le stazioni video installate nel 2017/18 hanno i seguenti temi: tiro con l’arco (Jürg Hassler), produzione della pece di betulla (Eckhard Czarnowski e Ernst Gamper), fusione del metallo (Ernst Gamper e Markus Bingeli), accensione del fuoco (Philipp Schraut).
  • Stazioni audio attuali:
    “Incontri tra bambini e scienziati”, edizione 2018:
    Warum habt ihr Ötzi gefunden? Melanie, Delia e Moritz intervistano Erika Simon, la scopritrice della mummia insieme al marito Helmut
    Lebten zur Zeit von Ötzi schon Menschen in den Bergen? Lena, Sophie, Sara, Janik e Simon intervistano Andreas Putzer, archeologo di Bolzano
    Ci assomigliava Ötzi? Lena, Adan, Stefano, Marie Sophie e Rosa intervistano Albert Zink, antropologo, Eurac Research, Bolzano

 


Mostre temporanee

Piccolo ma prezioso: è il nostro spazio di 40m² riservato alle mostre temporanee. Così, anche chi ci ha già visitato può tornare ogni anno e scoprire qualcosa di nuovo sulla vita e sull’epoca di Ötzi.
L’allestimento delle mostre temporanee in genere è affidato a un curatore esterno, coadiuvato dalla direttrice del museo Johanna Niederkofler e dal tecnico Siegmar Gamper.

  • Mostre temporanee attuali:
    2023 Hidden places. Aree protette e monumenti naturali in val Senales
    Ulteriori informazioni
    2023 Mostra fotografica di Norbert Sachsalber
    Ulteriori informazioni
  • Coming soon:
    2024 Muschio. La storia culturale dei muschi dalla preistoria ad oggi
    2024 Mostra fotografica di Nereo Ongaro
  • Elenco delle mostre precedenti:

    2022 Mostra fotografica sui primi 20 anni dell’archeoParc
    2020 Il pane. La storia della panificazione
    2019 Vene d’acqua. Mostra temporanea sui sistemi di irrigazione antichi e moderni nel mondo
    2018 Pece e trementina. Come l’uomo usa i tesori nascosti degli alberi da migliaia di anni
    2017 Edition aurina. Mostra fotografica di Konrad Laimer (I)
    2016 La casa di Ötzi. La ricostruzione di una capanna neolitica
    2015 Ma Ötzi, che lingua parlava? Parlare e scrivere – ieri e oggi
    2015 Mostra fotografica di Gianni Bodini (I)
    2015 Lana legno uovo. Artigianato contadino dell’Alto Adige2014 Il flauto. Dalle origini ad oggi2013 Che pesci pigliare. La storia della pesca dal Paleolitico ai giorni nostri
    2013 Sulle sponde. Mostra fotografica di Alexander Alber (I)
    2013 archeoParc 2016 modelli creativi (mostra realizzata da scolari e visitatori)2012 Filo e fuso. La storia della filatura
    2012 10 anni archeoParc (immagini dall’archivio)2011 Tiro con l’arco ieri e oggi. La storia della costruzione e del tiro con l’arco
    2011 Mémoires. Mostra fotografica di Claire Artemyz (F)
    2011 Steinzeit Hautnah (mostra realizzata da scolari)2010 Il fuoco – buon servitore, cattivo padrone. La storia della produzione e dell’uso del fuoco
    2010 Zeitreise (mostra realizzata da scolari)2009 Raffie, ortiche e giuncacee. Materiale tessile dell’età della pietra2008 Zwischenzeiten. La vita dei contadini nel neolitico2007 Mostra d’arte „UrKult-KULTur“ di Judith Wieser (I)2006 Architettura sacra ai tempi di Ötzi. Mostra fotografica di Gianni Bodini (I)2006 Rivivere l’età della pietra (mostra realizzata da scolari)
    2005 Menhir 2000. Mostra d’arte di Markus Joos (I)2004 Piante da coltivazione nelle alpi2003 Progenitrici dell’età della pietra. Raffigurazioni femminili
    2003 L’arco: forma, funzione, storia
    2003 Mostra sullo sviluppo della ceramica nella Protostoria e Preistoria italiana2002 Un vestito per Ötzi (mostra creativa)
    2002 La dura realtà. Attrezzi di selce2001 Ghiacciaio, Mito e Opera
    2001 Knochenklang

 

 


Mostre temporanee in corso

hidden places
Aree protette e monumenti naturali in val Senales

Dal 3 luglio al 6 novembre 2022

Dove troviamo delle torbiere in Val Senales? Quali alberi sono i più vecchi? E qual è il ghiacciaio più grande? La mostra temporanea “Hidden places” ci porta in dei posti affascinanti e spesso sconosciuti della val Senales. Con le immagini di Peter Santer e Norbert Sachsalber viaggiamo lungo la valle, che ha percorso Ötzi durante il suo ultimo viaggio 5.300 anni fa.

Organizzazione e consulenza: Peter Santer, Johanna Niederkofler, Simone Bacher, Reinhold Kuppelwieser, Valentin Schroffenegger
Fotografie: Peter Santer, Norbert Sachsalber
Testi, traduzione e lettorato: Johanna Niederkofler, Michela Caracristi, Johannes Ortner
Grafik: ganeshGraphics
Allestimento: Johanna Niederkofler, Siegmar Gamper, Stefan Tappeiner
Finanziamento e Sponsoring: Provincia Autonoma di Bolzano e Comune di Senales

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Mostra fotografica 20 anni di archeoParc

Da marzo fino a novembre 2022

Fotografie: vari
Stampa: Idea Naturno
Allestimento: Johanna Niederkofler e Stefan Tappeiner
Finanziamento e Sponsoring: provincia autonoma di Bolzano und Comune di Senales

I prossimi appuntamenti:
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Area all’aperto

L’area all’aperto, accessibile dal 2° piano del Centro visitatori, presenta nove ricostruzioni di abitazioni preistoriche, percorsi didattici, stazioni tematiche e areali per le attività, come il laboratorio di antiche tecniche artigianali, il poligono di tiro con l’arco o il pontile con la piroga monossile.

Il progetto e l’allestimento del percorso outdoor si sono svolti in varie riprese con la collaborazione dell’Ispettorato Forestale di Merano (Rainald Tirler, Herbert Niederfriniger (2001) e Reinhold Kuppelwieser), nonché di agronomi, archeotecnici e altri esperti in discipline archeologiche (Lukas Kuntner, Wulf Hein, Annaluisa Pedrotti, Raffaella Poggiani Keller, Mariadelia Bernabò-Brea, Daria Banchieri, Marco Baioni, Urs Leutzinger, Niels Schleicher, Umberto Tecchiati, Paolo Bortolotti).

Il percorso outdoor è stato realizzato nel 2001 e da allora ha subito solo piccoli adattamenti. Le aree “Capanne Valli alpine” e “Capanne Pianura del Po” sono state inaugurate rispettivamente nel 2017 e nel 2018/19.

Modelli di abitazioni preistoriche

I nove modelli abitativi in scala 1:1 si basano su reperti archeologici delle valli alpine, dei villaggi palafitticoli sul Lago di Costanza e sul Federsee e della pianura padana. Per realizzarli sono stati impiegati ove possibile materiali uguali agli originali. Alcuni edifici (contrassegnati da una vite barrata) sono costruiti integralmente senza uso di materiali moderni e servono sia per le attività didattiche dei visitatori sia come oggetto di studio per gli esperti di archeologia sperimentale.

 

Capanne Valli alpine

  • Capanna di Villandro-Plunacker
    2016
    Questo modello abitativo si riferisce al sito di Villandro-Plunacker (Val d’Isarco), dove sono emersi i resti di un edificio a pianta rettangolare con focolare e muro di terrazzamento a secco (2710 a.C., Rame 3). Come nell’originale, l’alzato è costituito da pali portanti in legno e pareti in vimini tamponate con argilla. Anche la porta in assi di pioppo è ascrivibile all’età del Rame, tuttavia riproduce un reperto dal sito di Zurigo-Opera (CH). Le finestre trovano invece riscontro nei resti di murature in argilla rinvenuti a Brescia-San Polo. In questo spazio si svolgono le dimostrazioni di accensione del fuoco con la tecnica preistorica. Un’altra ricostruzione della casa di Villandro-Plunacker si trova allArcheoparc di Villandro, la porta è stata invece riprodotta anche allo Steinzeitpark Dithmarschen di Albersdorf (D).

 

  • Capanna di Villanuova sul Clisi-Monte Covolo
    2017
    Questa ricostruzione si riferisce a un ritrovamento documentato all’ingresso della Val Sabbia, cinque chilometri a ovest della sponda bresciana del Lago di Garda (Villanuova sul Clisi-Monte Covolo, 3350-2890 a.C., Rame 1-2). Qui sono emersi il perimetro, nonché resti delle pareti e della pavimentazione di un edificio.
    In analogia alla planimetria originale, costituita da una fossa continua profonda pochi centimetri e senza tracce di pali, il modello dell’archeoParc consiste in una struttura a telaio leggermente interrata, su cui poggiano il pavimento, le pareti e il tetto (construction de bois sur sablière basse). Dall’originale sono altresì dedotti i montanti laterali, le pareti in vimini intrecciato e tamponato con argilla, il pavimento in tavolato di rovere e il drenaggio in ghiaia posto tra la casa e il pendio. Al medesimo sito si riferiscono anche il lastricato e il focolare dinanzi alla casa, sebbene appartengano ad altre fasi costruttive.
    I reperti di Villanuova sul Clisi-Monte Covolo sono custoditi ed esposti al Museo di Gavardo. La ricostruzione in scala 1:1 realizzata all’archeoParc è la prima di questa struttura abitativa.

 

 

Capanne Prealpi settentrionali

  • Capanna di Arbon-Bleiche 3 (CH)
    2001 e 2017
    I due modelli allestiti all’archeoParc mostrano come potevano essere le case sul Lago di Costanza ai tempi dei nonni di Ötzi. La loro ricostruzione si basa sulle evidenze emerse nei pressi della cittadina svizzera di Arbon (Arbon-Bleiche 3, 3385-3371 a.C., culture di Pfyn e Horgen), dove sono stati rinvenuti abbondanti resti lignei di un antico villaggio.
    La struttura portante delle due case è costituita da una fila centrale e da due file perimetrali di pali in legno non scortecciato. In analogia agli originali, anche all’archeoParc sono stati impiegati montanti a forcella e assi sottili in legno, prevalentemente di abete bianco; le giunzioni sono realizzate con funi in canapa di Manila, i pavimenti sono rialzati dal terreno. Il modello abitativo del 2001 presenta una porta costituita da un’unica tavola di abete bianco, la quale riproduce un elemento dal sito di Robenhausen (Germania). L’edificio, chiamato anche “capanna grande”, ha ospitato fino al 2017 le dimostrazioni di accensione del fuoco con la tecnica preistorica. Un’altra capanna di Arbon-Bleiche 3 è ricostruita al Pfahlbaumuseum di Unteruhldingen, sulla costa tedesca del Lago di Costanza. I reperti di scavo originali sono conservati ed esposti al Museum für Archäologie di Frauenfeld in Svizzera.

 

  • Capanne di Alleshausen-Grundwiesen (D)
    2001
    Queste due ricostruzioni dell’archeoParc trovano riscontro in un sito presso il lago Federsee nella Germania meridionale (Alleshausen-Grundwiesen, 3020 e 2700 a.C., gruppo di Goldberg III): gli edifici, con pianta di ca. 5×4 metri, presentano pareti in tronchetti accostati e materiale vegetale intrecciato. Lo spazio interno è un ambiente unico, con il focolare posto all’incirca al centro e il sottofondo in argilla. I ritrovamenti di Alleshausen-Grundwiesen fanno presumere che l’insediamento fosse specializzato nella coltivazione del lino e abitato solo stagionalmente. Il tetto dell’edificio addossato al pendio è in scandole di larice, così come per la maggior parte dei modelli ricostruiti all’archeoParc. La casa accanto alla fontana, invece, è stata dotata di una copertura sperimentale in cortecce di quercia disposte a maschio e femmina. Altre ricostruzioni di abitazioni basate su Alleshausen-Grundwiesen si trovano al Federseemuseum di Bad Buchau (D), dove è esposta anche gran parte dei reperti originali.

 

Capanne Pianura del Po

  • Case di Parma-Via Guidorossi
    2016-2018
    I due edifici con abside circolare sono dedotti da un sito a sud-ovest di Parma (Parma-Via Guidorossi, 3310-2690 a.C., Rame 1-2). Con un asse mediano di 14-15 metri rappresentano i due modelli più grandi allestiti all’archeoParc, anche se riproducono i più piccoli dei 18 perimetri di fondazione documentati nel sito parmense. In analogia agli originali, anche le loro ricostruzioni sono costituite da file di grossi pali ancorati al terreno (construction sur poteaux plantés) che sostengono il tetto e una sorta di soppalco. Queste due strutture sono utilizzate principalmente per il soggiorno e il pernottamento dei gruppi partecipanti a iniziative quali le Giornate neolitiche o la Scuola estiva. Si tratta delle prime ricostruzioni in scala 1:1 riferite al sito insediativo di Parma-Via Guidorossi, i cui pochi resti culturali sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Parma.

 

  • Capanna Brescia-San Polo
    2016
    L’abitazione a pianta ovale si basa su un ritrovamento effettuato in un quartiere di Brescia (Brescia-San Polo, 2.600 a. C., Cultura campaniforme). I pali della struttura portante sono in legno, le pareti in materiale vegetale intrecciato e argilla, mentre la copertura è realizzata con canne palustri. La porta trova riscontro nel sito archeologico di Zurigo-Opera (CH). Le tre aperture nelle pareti sono un’ipotesi dedotta da un frammento di intonaco d’argilla con bordo arrotondato, emerso nel sito di riferimento. I reperti di Brescia-San Polo sono custoditi dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia. La ricostruzione dell’archeoParc è la prima in scala 1:1 di un edificio del sito insediativo bresciano.

 

Ulteriori attrattive nell’area all’aperto

L’area all’aperto include tre percorsi didattici con brevi testi informativi su flora, fauna e tecniche artigianali documentate nel sito di Ötzi e in altri siti relativi all’età del Rame:

  • Percorso arboreo
    Nell’equipaggiamento di Ötzi sono stati individuati una ventina di legni diversi, impiegati per fabbricare parti di utensili come il manico dell’ascia, il manico del pugnale, le asticciole delle frecce, l’arco ecc. Molte di queste essenze crescono anche lungo il percorso arboreo dell’archeoParc, dove sono contrassegnate dal simbolo della piramide eretta sul posto di ritrovamento della mummia.Percorso delle piante selvatiche
    Lungo i sentieri dell’archeoParc cresce una selezione di erbe selvatiche, piante commestibili e coloranti rappresentative della flora di 5.000 anni fa. Le singole specie sono (o saranno prossimamente) segnalate da targhette di riconoscimento.Campi archeobotanici
    Nei campi didattici dell’archeoParc si coltivano orzo e cereali antichi come il farro piccolo e il farro dicocco. Un settore è riservato al lino, che nella preistoria forniva le fibre per realizzare filo da cucito e corde per gli archi.Coltivazioni nelle valli alpine
    Coltivazioni nella pianura del Po
    Coltivazioni nelle Prealpi settentrionali
    Campo di lino

 

  • Percorso di tecniche antiche
    Il percorso presenta oggetti legati all’alimentazione, all’artigianato e alla mobilità nella preistoria, ciascuno dei quali corredato da un breve testo esplicativo.
    Forno
    Macina con macinello
    Laghetto
    Carne di selvaggina
    Affumicatoio
    Lavorazione del latte
    Forno fusorio per il rame
    Fosse per l’argilla
    Fossa di cottura della ceramica
    Piroga monossile

 


 

Bibliografia

  • NIEDERKOFLER Johanna (2013): Anglerglück von der Steinzeit bis heute. Ausstellung zur Fischereigeschichte im archeoParc Schnalstal. In: Südtiroler Fischerzeitung 3/2013. p. 14-15. [Articolo online]
  • HEIN Wulf (2007): Dächer aus Eichenrindenschindeln im Praxistest. In: Mamoun FANSA et. al. (a cura di): Holz-Kultur von der Urzeit bis in die Zukunft. Ökologie und Ökonomie eines Naturrohstoffs im Spiegel der Experimentellen Archäologie, Ethnologie, Technikgeschichte und modernen Holzforschung. Tagung Oldenburg 24.-25.11 2005. Oldenburg 2007. p. 258-263.
  • PLATZGUMMER Johanna (2005): Ein Zugang zu den Themen Ernährung und Landwirtschaft in der Prähistorie am Beispiel Archeoparc Schnals. In: Annali di San Michele. N° 18. 2005. p. 1-23.
  • RENHART Silvia (2002): ArcheoParc Schnals – Lebensraum des Mannes aus dem Eis. Der neue Archäologiepark in Südtirol. In: Archäologie Österreichs 13/1. 2002. p. 60–62. [Articolo online]
  • RENHART Silvia (2002): ArcheoParc Schnals. Lebensraum des Mannes aus dem Eis. Südtirols erstes archäologisches Aktiv-Museum. In: Südtirol in Wort und Bild. N° 46-47. 2002-2003. p. 37-40.
  • RENHART Silvia (2000): Der Mann aus dem Eis und seine Welt. Bozen 2000. p. 29-31.
  • RENHART Silvia (2000): L’uomo rimasto nel ghiaccio ed il suo mondo. Bolzano 2000. p. 29.-31.
  • RENHART Silvia (1999): Archäologiepark Schnals. In: Arunda 51. 1999. p. 159. [Articolo online]
  • RENHART Silvia (1999): Der Mann aus dem Eis (Ötzi) – Archäopark Schnals. In: Archäologie Österreichs 10/1. 1999. p. 38.